
Perché ci raccontiamo?
Andrea Fontana dice che lo facciamo perché ci sentiamo inadeguati: restiamo lì, con la nostra storia tra le dita e una domanda assoluta: interesserà a qualcuno?
Per scoprirlo ci tocca fare capolino dalle nostre confortevoli tane e provare a raccontarci davvero.
Dobbiamo abbandonare la descrizione e scegliere l'approdo difficile e scomodo della narrazione: non basta sciorinare quello che sappiamo fare, dobbiamo iniziare a spiegare perché lo facciamo, nonostante cosa lo facciamo e come abbiamo imparato a farlo.
Dobbiamo saper dire quante volte siamo caduti e, soprattutto, assumercene la responsabilità.
Perché il fallimento non è una fatalità: è frutto delle nostre scelte, delle nostre decisioni, dei nostri errori.
Mi piace il racconto dell'errore perché crea un legame indissolubile tra narratore e interlocutore, tra chi dice e chi ascolta, tra chi scrive e chi legge.
Chi ammette un fallimento senza accusare chi gli ha voltato le spalle, chi non lo ha capito, chi ha sbagliato con lui, è oggi il vero eroe della narrazione d'impresa.
Ho cercato nel web le più recenti ammissioni di fallimento e ho apprezzato la creatività di Andrea Visconti, giovane imprenditore torinese che in un video racconta ai suoi figli una fiaba animata inedita: quella del collasso della sua start up Sinba.
Ma non mi basta: un manager che fallisce sembra sempre l'eroe incompreso che ci ha provato ma è stato ostacolato da antieroi voltagabbana o da forze avverse.
Vogliamo che i bambini imparino qualcosa di davvero utile?
Perfetto: partiamo dalle responsabilità, tiriamo fuori i nostri errori e mettiamoli in fila come tanti soldatini.
I nostri, non quelli degli altri.
Raccontiamola, alla generazione Z, la biografia dei nostri sbagli, e facciamolo ridendoci su, per esorcizzare l'inutile paura di sbagliare ancora.
Perché tanto, e per fortuna, sbaglieremo.
📝L'esercizio: racconta i tre fallimenti della tua vita, quei tre lì che ti hanno annodato le budella. Sii breve, non perderti in piagnistei e lamentele. Non ci si piange addosso, qui. Si racconta e si scrive breve.
Massimo 1000 caratteri a fallimento.
Una buona (ri)partenza? Partecipa, con la coda tra le gambe e l'ottimismo che solo la condivisione sa dare, a una della Fuckup Nights che organizzano quelli di Impact Hub: sali sul palco e racconta i tuoi fallimenti.
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